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Marigliano, Jossa mette in stand-by la Giunta: governo al bivio, rilancio o urne

Azzerare per ripartire. Questa l’estrema sintesi del pensiero del primo cittadino di Marigliano, Giuseppe Jossa. 

La scelta è precisa: mettere in stand-by la Giunta per avviare una seria fase di riflessione, tutta interna alla maggioranza, sull’incisività che il governo cittadino potrà avere negli ultimi due anni di mandato.

Il turning point arriva, come di consueto, a ridosso dell’approvazione del bilancio di previsione, cartina tornasole delle progettualità di un’amministrazione, ma anche banco di prova per testare la solidità del governo cittadino.

Qui lo snodo: le dimissioni protocollate dall’assessore al decoro urbano Mena Bolero, che fu la consigliera più votata nella tornata elettorale del 2020, hanno acuito i mal di pancia che, a vario titolo, rumoreggiavano all’interno della maggioranza di palazzo di città.

Bolero, che ha affidato ad un post su Facebook il saluto al suo ruolo istituzionale, ribadendo la fiducia nella gestione del primo cittadino, ha rimarcato però come la maggioranza sia finita in un impasse improduttiva che ha sterilizzato l’azione di governo.

Ragionamento che fa da apripista alle bocce ferme imposte da Jossa stesso, come a dire che dal ristagno si possa uscire o con una maggioranza che ritrova compattezza e soprattutto unità d’intenti, oppure meglio porre termine all’esperienza di governo e riconsegnare la città alle urne. 

Sono le uniche due strade. Anche perché la Giunta stessa, al netto delle dimissioni della Bolero, è plasticamente rappresentata dai gruppi consiliari, un esecutivo composto dai consiglieri che hanno raccolto il maggior numero di preferenze quasi 4 anni fa. Dunque non si potrà non ripartire dalla conferma della quasi totalità degli assessori, altro segno che ad oggi la maggior difficoltà, con molta probabilità. sembrerebbe risiedere nei rapporti tesi tra i vari gruppi consiliari e tra alcuni di loro ed il primo cittadino.

Mettere da parte i personalismi e ritrovare la propensione al dialogo, cosa che è mancata soprattutto negli ultimi mesi, dove è stato complicato gestire i malpancisti che spesso hanno disertato le convocazioni dell’assise consiliare. 

Da rimettere a fuoco gli obiettivi: la legge sposta la scadenza dell’esperienza Jossa al 2026, ma né il primo cittadino né i consiglieri si accontentano di vivacchiare. Il governo cittadino è al bivio.

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