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Lutto cittadino a Sant’Antimo per Giulia Tramontano ritrovata morta dopo essere stata accoltellata dal compagno. L’uomo ha confessato il delitto dopo la scoperta di una relazione parallela

Scellerato ed esecrabile il gesto del padre di tuo figlio, il vile atto di uccidere piuttosto che confessare un altro amore, un’altra donna. Sicuramente un colpo al cuore per chi ama e viene abbandonata, sostituita a pochi mesi dal parto, ma un colpo superabile. I colpi che invece Alessandro Impagnatiello lucidamente ha inferto a Giulia Tramontano, sono quelli che non si possono superare. Due coltellate senza via di scampo, poi il tentativo di bruciare il corpo, lo spostamento da casa fino al luogo dove, ieri notte, Giulia è stata ritrovata dopo giorni di silenzio e una scomparsa risultata subito troppo strana, avvenuta sabato scorso. La confessione agghiacciante di Impagnatiello è arrivata quando ormai troppi indizi riconducevano a lui. Prima di tutto le tantissime tracce di sangue trovate dalla Scientifica all’interno del suv sequestrato al barman, e poi rinvenute dalla nell’appartamento dove vivevano i due giovani, sulle scale condominiali e sul pianerottolo. 

Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri Impagnatiello, dopo il delitto, avrebbe caricato in macchina il corpo di Giulia vagando prima per km per poi decidere di gettarlo via, avvolto in sacchi di plastica, in un’intercapedine di un box di una palazzina in via Monte Rosa, non lontano dall’abitazione in cui viveva con la ragazza a Senago in provincia di Milano.

Giulia sarebbe morta dopo la forte discussione avuta con la donna, un’americana, che parallelamente aveva una storia con quello che di lì a poco sarebbe diventato il padre di suo figlio. Alessandro Impagnatiello ormai smascherato ha pensato che l’unica cosa da fare era quella di sbarazzarsi di Giulia, definitivamente decidendo per la sua morte. A testimonianza di questo le parole all’amante subito dopo aver ucciso Giulia «Lei se ne è andata, ora sono un uomo libero», le ha detto giurando che il bambino che Giulia portava in grembo non era suo. Il barman del lussuoso «Armani Bamboo» di via Manzoni a Milano dopo la confessione è stato trasferito al carcere di San Vittore. Per lui le accuse di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso

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