“Lo specchio”, il monologo di Nando Silvestri che ripensa e divulga Giordano Bruno
Se Giordano Bruno, il nolano che anticipò l’intuizione epocale degli infiniti mondi, si rese divulgatore nello scrivere il Candelaio, attraverso una prosa accessibile e anche dialettale; oggi, partendo da quella tradizione, Nando Silvestri ricama un monologo interamente scritto in napoletano intitolato “Lo Specchio”. L’autore, fermamente convinto dell’imprescindibilità del pensiero filosofico come panacea all’indifferenza e al tempo del trionfo distruttivo della tecnicna, ci fa dono di una narrazione dal forte impatto evocativo che restituisce una nuova veste alla figura di Carubina.
La fatica letteraria trova un unico filo rosso. la scelta di Giordano Bruno non viene a caso ma risiede anche nelle sue origini: Silvestri, infatti, proviene, da Nola, la stessa città del pensatore rivoluzionario, che vide la luce sulla collina di Castel Cicala e dove l’autore ritorna frequentemente.
Nella speculazione di Silvestri non manca una profonda disamina sul senso della modernità e sull’utilizzo della ragione che troppo spesso è minacciata proprio dall’intelligenza artificiale. Il suo è un invito a rifondare un nuovo umanesimo troppo spesso depotenziato dalla tecnologia.