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Le mani della camorra sul traffico illecito di oli esausti 8 indagati

Al lungo elenco delle attività illecite svolte dalle associazioni criminali si aggiunge da un po’ di tempo il traffico di oli vegetali esausti. Un affare milionario sull’olio, quello consumato nelle cucine di casa o nei ristoranti, sul quale la camorra ha costruito recentemente un vero e proprio business internazionale. E dai vertici della dda di Napoli insieme a quelli di Ancona che è partita l’indagine denominata ‘oro verde’ che questa mattina ha portato al blitz che vede 8 persone indagate. Dal capoluogo partenopeo passando per Ancona, Bari, Pescara e Ascoli Piceno perquisizioni e sequestri eseguiti dai militari del Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri.I componenti della banda secondo le ricostruzioni degli inquirenti attaverso ditte discolorate tra napoli Afragola, casoria e nelle Marche effettuava operazioni di raccolta illecita di olio vegetale esausto presso i contenitori di raccolta posti nelle vie urbane delle città, danneggiandoli, oppure effettuando furti au danni delle aziende che gestiscono la raccolta di oli esausti. L’olio trafugato,, veniva poi illecitamente stoccato presso lo stabilimento sito a Grottammare in provincia di Ascoli Picdno e poi trasportato presso altre ditte fuori regione, in assenza della prevista documentazione determinando, così, una totale assenza di tracciabilità del rifiuto. Una volta raffinato l’olio diventava carburante da rivendere all’Estero. 

Un giro milionario che vede protagonisti proprio i cartelli della camorra napoletana, già specializzata nel traffico illecito di rifiuti. Le indagini,  coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, attraverso una serie di incastri legati ai proprietari delle ditte coinvolte ipotizzano l’egemonia del clan Moccia sull’affare. Dalla disamina delle informazioni acquisite nel corso delle indagini è emerso che gli stabilimenti siti nella regione Campania dove l’olio veniva trasportato erano privi di autorizzazioni con strutture sotto dimensionate per le operazioni che avrebbero dovuto realizzare e non atte al trattamento adeguato dell’olio. Che diventasse biocarburante o soltanto rifiuto illecito da smaltire sta di fatto che il materiale senza un sistema di recupero e raccolta autorizzato e quindi senza un sistema di trattamento corretto rappresenta un grave danno per l’ambiente .

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