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L’intervista – Antonio Falcone incontra Antonio Falcone

Torna la nostra rubrica "Medaglioni", a cura del dottor Antonio Falcone, per ritrovare coordinate comuni condivise e da condividere

Sei stato eletto nel dicembre 2017 Presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI) della sezione diocesana di Nola…

Sono socio di questa importante Associazione da circa 30 anni. Non immaginavo di essere designato ed eletto all’unanimità dai cari colleghi ed amici successore di  Presidenti illustri quali il Prof. Ammaturo, illustre ematologo dell’Università di Napoli, Assistente Ecclesiastico don Bruno Schettino, poi eletto Vescovo; il dott. Antonio Serpico, radiologo presso l’ospedale di Nola; il dott. Felice Avella, primario di medicina d’urgenza dell’ospedale di Nola; la dott. Antonietta Carrella Del Piano,  medico in Nola, Assistente Ecclesiastico don Giuseppe Giuliano, poi eletto Vescovo di Lucera Troia.

Un primo ringraziamento va a questi illustri colleghi che mi hanno preceduto e dei quali serbo nel mio cuore tanti insegnamenti che sono mio retaggio e lezione di vita. Siamo corridori a staffetta che, nella tradizione, cercano di testimoniare, tra gli ammalati affidati, la fede in Gesù sofferente, morto e risorto.

Ex aequo, il mio grazie al Molto Reverendo don Angelo Masullo, cancelliere della Curia Vescovile, Assistente Ecclesiastico Amci per circa tre anni, al quale va la nostra riconoscenza per il ruolo ricoperto con discrezione e competenza culturale e spirituale.

Siamo riconoscenti a S.E. mons. Francesco Marino, Vescovo di Nola, sempre vicino alla nostra Associazione, per aver scelto, nella terna presentata dal Presidente, il Reverendo Sacerdote, don Raffaele Rianna, quale attuale Assistente Ecclesiastico dell’Amci diocesana. Don Raffaele è già all’opera per il suo continuo accompagnamento spirituale.

Perché questo ricordo?

Questo ricordo ci serve per capire che la tradizione è importante, perché essa crea memoria da conservare, da difendere, da promuovere, per creare una storia per lo sviluppo culturale della nostra terra, inserita nella storia dell’Amci nazionale che cammina sui passi della Chiesa Cattolica che ne riconosce istituzionalmente la presenza, nel ricordo vivo e palpitante di due pilastri che l’hanno pensata e voluta oltre 80 anni fa quale ideale costola  dell’Azione Cattolica Italiana, dalla quale ne ha tratto la struttura organizzativa: il Cardinale Fiorenzo Angelini ed il prof. Luigi Gedda, gemellologo e Presidente Nazionale dell’Unione Uomini di’ AC.

Impegno e responsabilità.

Certamente è un impegno quotidiano che mi porta a pensare sempre ai soci Amci ogni giorno, come gruppo e come singoli, per percorrere insieme un tratto di storia, per crescere in umanità ed in professionalità ed essere responsabilmente servi della persona sofferente.

Per questo abbiamo dato vita ad un corso di Bioetica per medici, sacerdoti ed operatori pastorali e culturali, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Nola Acerra. In questo anno abbiamo affrontato temi delicati ed attuali quali   Vocazione e Responsabilità, Etica nelle linee guida delle società medico-scientifiche, persona e crisi antropologica, statuto ontologico del feto, diritto all’identità di genere ed all’orientamento sessuale nella giurisprudenza italiana ed europea, la dolce morte… Vi è traccia di questi argomenti sul mio profilo facebook che ne conserva le registrazioni.

Nel 2019 siamo stati promotori di un Laboratorio Culturale che vede camminare insieme decine di Presidi Scolastici e quasi tutte le Associazioni e Movimenti del nostro Territorio per condividere percorsi comuni, facendo rete cooperativistica su temi condivisi. Quest’anno ci stiamo impegnando ad affrontare il delicato tema ecologico, traendo lezioni di comportamento dalla rivoluzionaria enciclica “Laudato Si” di S.S. Papa Francesco.

Dunque due binomi inscindibili: formazione e missione, pensiero ed azione…

Certo. Continueremo in questo impegno di formazione e di missione, perché crediamo fermamente che da questa crisi antropologica che avvolge il mondo contemporaneo si può uscire, affrontandola solo con un robusto cammino formativo, per affermare sempre il valore della vita, per combattere su tutti i fronti, per quanto ci è possibile, anche il pesante problema della salute diseguale, in collaborazione con il Forum delle Associazioni Sanitarie Cattoliche Italiane di cui è Presidente Nazionale l’ottimo Prof. Aldo Bova.

Per questo occorre impegnarsi anche nello studio. La conoscenza della struttura della persona umana ci interessa per continuare questo percorso di pensiero e di azione, quale approccio alla crisi antropologica. Sulla facciata del tempio di Apollo a Delfi c’è scritto: “Gnoqi sauton“  ovvero “conosci te stesso” che equivale a dire “Conosci chi sei e non presumere di essere di più”.

Nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Bergamo è bella l’immagine su una tarsia del coro dove è raffigurato “Amor sui piatti della bilancia” che significa equilibrio ed ascesa verso l’alto, fiamma di purificazione e sotto spicca la scritta “Nosce te ipsum”, che significa riconoscere limitatezza e finitezza, per non correre il grave rischio di  sconfinare in ruoli non propri.

Per fare ciò occorre ricercare la sapienza in noi stessi, come ci invita a fare Sant’Agostino.

Il medico, dunque, deve essere soprattutto un cultore di umanità e di scienza, perché per un medico non c’è umanità senza scienza e non c’è vera scienza senza umanità.

 

In conclusione…

Il medico è chiamato ad incarnare nella sua vita un insegnamento evangelico: deve essere sale della terra e luce del mondo. Il sale sa sciogliersi negli alimenti e dà sapore senza essere più visto. C’è, ma non si vede! La luce non può essere messa sotto il moggio, ma deve essere messa in alto, perché illumini e dissipi il buio intorno. E noi, insieme a tutti gli uomini di buona volontà, abbiamo molto da lavorare perché la luce si espanda sempre più.

Un augurio per il nuovo anno.

Continuare a fare bene il bene! Avere cura della Persona! Continuare a coniugare il verbo tanto caro a Don Milani: I care!

Ci auguriamo di continuare a fare sempre meglio in questo percorso di vita, per ridare valore al ruolo del medico, inserito pienamente nel contesto socio-politico-culturale, che deve vivere in piena umanità il rapporto simbiotico con il paziente, per una alleanza interpersonale che crea vere relazioni umane. Noi dobbiamo sempre più imparare ad essere servi dei nostri pazienti perché la vita sia sempre accolta, difesa, promossa.

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