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In Consiglio dei Ministri via libera al decreto contro le violenze al personale sanitari

Approvato oggi in Consiglio dei ministri il decreto legge con le misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti del personale sanitario. “E’ immediatamente applicabile l’arresto in flagranza di reato anche differita per chi aggredisce un operatore sanitario” ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci. “E’ un provvedimento molto importante: siamo certi che avrà forte effetto deterrente”. Ha spiegato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il decreto legge modifica gli articoli del codice di procedura penale 380 (sull’arresto obbligatorio in flagranza) e 382 bis (sull’arresto in flagranza differita): si estende l’arresto obbligatorio in flagranza anche agli atti di violenza che causano lesioni personali ai professionisti sanitari o che producono danni ai beni mobili e immobili destinati all’assistenza sanitaria, con la conseguente compromissione del servizio pubblico erogato dalle strutture. Inoltre si applica l’arresto obbligatorio in flagranza nelle quarantotto ore successive al verificarsi degli eventi con provata documentazione video fotografica. La norma modifica anche l’articolo 365 del codice penale prevedendo una pena aggravata per chi danneggia beni mobili o immobili all’interno di strutture sanitarie: reclusione da uno a cinque anni e multa fino a 10.000 euro e la pena è aumentata se il fatto è commesso da più persone riunite. 

Teresa Rea, Presidente dell’Ordine degli infermieri di Napoli: “Riteniamo più che opportuno l’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto legge per contrastare il crescente fenomeno delle aggressioni nei confronti dei professionisti sanitari. Le misure approvate, come l’arresto in flagranza di reato anche diverso e pene più pesanti per chi provoca danni potranno rappresentare un efficace deterrente. Le ultime rilevazioni della nostra Federazione e dell’Osservatorio sulle violenze del Ministero della Salute calcolano che sono oltre 130mila gli infermieri aggrediti fisicamente o verbalmente ogni anno. Non si può contrastare un fenomeno anche culturale con la sola repressione. Servono più infermieri nei luoghi di cura, soprattutto nei pronto soccorso e una organizzazione dei servizi moderna e innovativa per rispondere con tempestività e qualità assistenziale adeguata alle richieste dell’utenza. Infine, ma non meno importante, una maggiore e migliore comunicazione”.

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