Il censo di San Raffaele, l’antica tradizione dei mores nolani si rinnova ancora una volta
Una lunga tradizione lo vuole compatrono per un giorno rinnovando il censo di San Raffaele a Nola. Una storia antica che si racconta da trecento anni. Un tempo sorgeva la piccola cappella di Sant’Anna, fatta costruire da nobili nolani che si aggregavano in fede già nel XVIII secolo finché a partire dal 1801, grazie alle donazioni di famiglie generose, il luogo di culto si ingrandiva facendo nascere la congrega di San Raffaele. Raffaele, l’arcangelo delle lodi perenni, considerato santo protettore della salute, dei viaggiatori, dei giovani e dell’amore diventava attraverso il decreto regio di re Ferdinando IV di Borbone il terzo santo patrono della città.
Le difficoltà economiche e il cambiamento storico, portarono la congregazione a cedere al Comune due grandi aree dove era ubicato il Macello Comunale strappando all’amministrazione, nella seconda metà del Novecento, un balzello annuale passato alla tradizione degli anni come il “censo di San Raffaele”. La donazione, che un tempo corrispondeva a 52 scudi d’oro, alla fine dell’800, divenne istituzionalizzata dalla giunta comunale di Nola nel 1963; partendo da 160.000 mila lire fino alle 500 dopo il terremoto, per arrivare agli attuali 1000 euro.
La tradizione vuole che durante la rituale processione del santo per le vie della città, il primo cittadino consegni ai priori della congrega, nel cortile della casa comunale, mille euro; sancendo, solo per il giorno 24 ottobre, San Raffaele come compatrono della città.