Giugliano: voto di scambio e corruzione, in manette 25 persone tra queste ex sindaco Poziello
Negli ultimi due mandati elettorali, nel 2015 e nel 2020, il comune di Giugliano ha visto ripetersi una storia inquietante, caratterizzata dal controllo mafioso del clan Mallardo sulle elezioni e sugli appalti pubblici. Tra le persone arrestate figura l’ex sindaco Antonio Poziello, insieme ad altre 25 persone, per reati gravi tra cui associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, estorsione, usura, corruzione e trasferimento fraudolento di valori.
Le indagini condotte dai carabinieri del Ros hanno rivelato che Andrea Abbate, un affiliato al clan Mallardo, avrebbe offerto al candidato sindaco Poziello un sostegno elettorale in cambio di denaro derivante da attività corruttive nella gestione comunale. Questo denaro sarebbe stato in parte consegnato a un altro esponente del clan. Inoltre, il clan avrebbe richiesto altri favori, come l’assegnazione di appalti a ditte legate a loro.
La cosca, parte del cartello Alleanza di Secondigliano, ha continuato a esercitare la sua influenza durante le elezioni del 2020. Poziello, attualmente membro del consiglio comunale, è accusato di aver corrotto il processo elettorale versando 10.000 euro a Francesco Mallardo, noto come “o’ marmularo”, un esponente di spicco del clan. In cambio, il clan pretendeva denaro e una gestione clientelare dell’amministrazione comunale, favorendo atti amministrativi a loro vantaggio.
Tra le accuse spicca quella di turbativa d’asta, che coinvolge anche un assessore. Gli inquirenti sostengono che Poziello e l’assessore avrebbero ricevuto compensi e promesse di posti di lavoro in cambio della manipolazione di gare d’appalto, tra cui quella per il recupero degli immobili di edilizia residenziale nella zona di Casacelle. L’indagine si è estesa anche ai lavori per la costruzione di una strada collegante Giugliano alla nuova Base NATO, con appalti dal valore di centinaia di migliaia di euro, e alla gestione dei parcheggi a pagamento.
Inoltre, nel 2017, Poziello è accusato di aver ricevuto 300.000 euro in cambio di un permesso a costruire per un supermercato di una grande catena. La situazione mette in luce un sistema di corruzione e collusione che ha permeato la vita amministrativa di Giugliano.