”Generazione AnZia” a Napoli la presentazione del libro scritto da Emanuela Ambrosino e Marianna Bruschi
C’è una generazione che non urla, non devasta, non scende in piazza con i pugni alzati. Le generazioni precedenti manifestavano il disagio giovanile con rabbia, rivoluzione, militanza visibile. Quella di oggi trema. In silenzio. Generazione AnZia è il racconto di una fragilità sottile, quotidiana, troppo spesso taciuta. Marianna Bruschi ed Emanuela Ambrosino, a Napoli per la presentazione del libro, firmano un’opera necessaria che girda urgenza, che ha il coraggio raro di guardare negli occhi i ragazzi e dire loro: “Ti vedo. Ti credo. Ti capisco.”
Il merito più grande del libro è la sua onestà. Non semplifica, non infantilizza. Interroga, ascolta, riflette. Le testimonianze dei giovani si intrecciano con le voci degli esperti in un dialogo mai didascalico ma profondamente umano, che scava dentro e lascia il segno.
Qui l’ansia non è un’etichetta, ma una compagna silenziosa che si insinua tra i banchi di scuola, nelle chat di gruppo, nei feed infiniti di Instagram. È il sintomo di una società che spinge alla prestazione e all’apparenza, ma non insegna a respirare. Un libro che scava nell’ansia, dentro le sue stanze, i suoi vuoti, i suoi giorni. Le autrici non raccontano dei ragazzi, ma con i ragazzi. Li ascoltano davvero. Ne restituiscono le paure, i sensi di colpa, la fatica a stare al mondo in una società che misura tutto, tranne il peso delle emozioni.
Generazione AnZia è un atto d’amore e un manifesto civile. È un libro che serve. Che educa senza giudicare, che commuove senza retorica. Che andrebbe letto insieme, adulti e ragazzi, per ricostruire quel ponte emotivo che troppi hanno lasciato crollare. Una lettura da cui non si esce a cuor leggero, ma sicuramente più umani.