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Festa scudetto:“Dopo, nessun altro attimo di gioia, eguaglierà quell’attimo”. Auguri Napoli

Che groviglio di emozioni! 

Erano totalmente visibili sui volti, senza distinzione d’età o di sesso. Le ho catalogate tutte il fremito, l’agitazione, il disincanto. Palpiti sincopati. A cadenzare ogni minuto. Quello per l’ esecrabile gol friulano, quello che decelerava per la rete fallita, quello che ha attentato alle coronarie con il gol del pareggio. A seguire i palpiti d’ansia e attesa, ai quali il tifoso partenopeo dicono sia abituato, ma è solo retorica nulla più. C’è ancora da raccontare il palpito più bello, che sa di liberazione, che può finalmente urlare, disperarsi dalla gioia e perdersi nel pianto. 

Il Napoli è campione. Lo è da tanto fin dalle prime battute di campionato. Lo ha ribadito, dimostrato, confermato, prendendosi a tratti anche gioco degli avversari. Perdendo alle volte quasi per voglia, con quella nonchalance tipica della tradizione partenopea, rivelata con stile e l’atteggiamento beffardo, sornione di sempre. Perché è inutile negarlo questo scudetto è figlio di quella sicumera segno distintivo del popolo napoletano, rivelata in campo e fuori, lontano da ogni forma di affrancamento, ancor più distante dal un retaggio stantio e attribuito troppe volte a sproposito.

Ieri al 90 esimo l’exploit, la festa, l’apoteosi di una vittoria meritata. L’estremo  gaudio, pretto, verace, incontenibile. Dalle piazze, dalle vie, da ogni angolo si è levata la più alta delle felicità umane. Come scriveva D’annunzio “dopo, nessun altro attimo di gioia, eguaglierà quell’attimo”.  Un singolo momento che durerà, e a ragione si dilaterà nel tempo.. ad libitum.

Auguri Napoli! 

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