Ercolano: esplosione fabbrica fuochi d’artificio, 2 arresti
Tre giovani vite spezzate, una fabbrica abusiva ridotta in macerie, e una tragedia che poteva essere evitata. Cinque mesi dopo l’esplosione che ha sconvolto Ercolano, la giustizia fa un passo avanti: due uomini sono stati arrestati all’alba di oggi, ritenuti i responsabili di quel disastro.
Vincenzo D’Angelo, 31 anni, è finito in carcere con accuse pesantissime: omicidio volontario con dolo eventuale, fabbricazione di esplosivi non convenzionali e sfruttamento di manodopera senza alcuna tutela. Arresti domiciliari invece per Raffaele Boccia, 64 anni, indagato per la fornitura illegale di materiali esplosivi.
Dietro a quell’esplosione non c’è stato un incidente, ma un sistema criminale che ha giocato con la vita di tre ragazzi, sfruttandoli in un laboratorio della morte.
Era il 18 novembre 2023 quando un’esplosione devastante squarciò la periferia di Ercolano. Un boato violentissimo, poi il fuoco, le macerie e il silenzio irreale dopo la tragedia. All’interno della fabbrica abusiva di fuochi d’artificio, aperta solo pochi giorni prima, morirono tre giovani lavoratori: le gemelle Aurora e Sara Esposito, di 26 anni, e Samuel Tafciu, appena 18.
Nessuno di loro avrebbe dovuto trovarsi lì. Nessuno di loro era stato formato per maneggiare materiali esplosivi. Ma in quel capannone si lavorava senza regole, senza sicurezza, senza scrupoli. Secondo le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, coordinate dal procuratore aggiunto Ricci, la fabbrica era un laboratorio clandestino dove venivano prodotti illegalmente botti ad alto potenziale.
Le vittime lavoravano in nero, senza alcuna protezione. La fabbrica era un vero e proprio ordigno pronto a esplodere, e così è stato. Secondo la Procura era Vincenzo D’Angelo a gestire direttamente la produzione dei fuochi e a dare ordini ai lavoratori. Il giudice ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere.
Raffaele Boccia, 64 anni, è finito ai domiciliari. La sua società pirotecnica di San Giuseppe Vesuviano è risultata essere la fonte di approvvigionamento dei materiali esplosivi usati nella fabbrica. Avrebbe fornito perclorato di potassio e polvere di alluminio, senza registrare le transazioni e sapendo che quei materiali sarebbero stati usati illegalmente.Non sono i primi arresti per questa vicenda. Pasquale Punzo, 38 anni, è in carcere da novembre con le stesse accuse rivolte a D’Angelo.
Oggi la giustizia sta facendo il suo corso, ma il dolore resta. Aurora, Sara e Samuel non torneranno più, e la loro morte è il simbolo di un sistema criminale che continua a mettere il profitto davanti alla vita umana.