Emergenza caldo, a rischio diverse categorie di lavoratori: ci sono già due vittime e tante denunce
L’emergenza caldo sta avendo ripercussioni in particolare su alcune categorie di lavoratori. Le difficili condizioni a causa delle alte temperature stanno provocando anche delle vittime. Nel Bresciano due lavoratori over 60 sono stati stroncati da un malore dovuto probabilmente al gran caldo. Gabriele Lucido, di origini campane, è rimasto vittima con ogni probabilità di un arresto cardiaco all’interno del cantiere Tav di Lonato del Garda. Mentre la seconda vittima è un camionista di 62 anni di origini serbe trovato morto a bordo del suo mezzo.
Per questo i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno scritto una lettera alla ministra dal lavoro Calderone, chiedendo “urgenti interventi specifici”, e “una campagna informativa da divulgare con ogni mezzo di comunicazione”. In certi settori diventa davvero difficile poter lavorare quando le temperature sono molte alte. Infatti, a Pomigliano D’Arco i dipendenti del reparto Panda di Stellantis si sono prima fermati spontaneamente per le alte temperature che rendevano impossibile il proprio lavoro, poi è stata direttamente l’azienda a liberare i propri dipendenti a partire dalle ore 16. Inoltre, i vertici dell’azienda hanno incontrato i rappresentanti sindacali definendo un piano per questi giorni di emergenza caldo, ed era stata assicurata l’accensione degli impianti di raffreddamento per 24 ore al giorno, oltre ad altre iniziative, come la distribuzione di bottiglie di acqua, e sconti sull’acquisto ai distributori di bevande energetiche.
Mentre, una denuncia arriva dai lavoratori e lavoratrici del Parco Archeologico di Pompei ed Ercolano, Reggia di Caserta, Museo Archeologico di Napoli attraverso il sindacato Cobas Lavoro Privato. È stata chiesta l’attuazione immediata delle seguenti misure di prevenzione di tipo organizzativo e di “ristoro” per i lavoratori: distribuzione di acqua e sali minerali ( i lavoratori devono potere bere almeno ogni 15/20 minuti), indumenti da lavoro più leggeri, introduzione di pause aggiuntive (almeno due pause di 10-15 min da effettuare in locali ” freschi”), riduzione significativa dei ritmi di lavoro (almeno del 15/20%), modifiche dell’orario di lavoro (per permettere l’attività in orari meno caldi). Infine, viene precisato che in caso di assenza di risposta entro 2 giorni e della mancata attuazione immediata delle misure di prevenzione richieste, si procederà alla denuncia della situazione di rischio agli organi di vigilanza territoriali a tutela della salute dei lavoratori.