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De Luca lancia l’allarme: PNRR ingolfato, il Recovery Plan è a rischio

Il PNRR è a rischio. Così la pensa il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Troppi i lacci e lacciuoli che, secondo il numero uno di Palazzo Santa Lucia, di fatto stanno paralizzando il Piano Nazionale nella sua realizzazione.

Una burocrazia sempre più farraginosa, l’atavica criticità nella capacità di spesa degli enti locali, il timore di ricorsi e risvolti giudiziali per amministratori e dirigenti. Sono solo alcuni dei nodi che, per De Luca, impediscono al Recovery Plan effettivamente di decollare. Se poi ci si mette anche il rincaro delle materie prime, tarlo delle aziende, alle prese con gli umori al rialzo dei listini nell’ultimo semestre, il quadro si ingrigisce ancor di più.

Nel frattempo, il tempo scorre. Già, perché le grandi opere che attingono ai 191 miliardi del piano hanno data di scadenza, quel 2026 che, conoscendo le italiche dinamiche, sembra davvero dietro l’angolo. Per De Luca, al danno, sprecare un’opportunità più unica che rara, si potrebbe aggiungere anche la proverbiale beffa, soffocando con la parte di prestito del PNRR la già in affanno economia italiana, tarpata dalla crisi energetica nella sua risalita record in termini di crescita.

Da lì, un declino quasi inesorabile, per la Nazione e per il Sud Italia. Con lo spettro dell’autonomia differenziata che continua ad aleggiare sul Meridione, il mancato varo delle opere previste dal Piano segnerebbe il definitivo concretizzarsi della spaccatura, a livello industriale, con il Settentrione. E non solo: oggi il PNRR resta, numeri alla mano, unica panacea per la realizzazione di opere strategiche, dal punto di vista infrastrutturale soprattutto, per le zone interne o comunque non insistenti direttamente sui grandi centri metropolitani.

Unica soluzione, per De Luca, sburocratizzare, potenziando una macchina amministrativa non solo con nuovi mezzi, ma anche favorendo il ricambio generazionale, altro obiettivo, neanche tanto sottaciuto del Recovery Plan. La sfida resta probante, e giorno dopo giorno diventa sempre più pressante, non solo per la Regione, ma anche per il Governo stesso. A chi toccherà vincerla?

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