Crollo Funivia Monte Faito: arrivano i primi 4 avvisi di garanzia
Quattro nomi sono finiti ufficialmente nel registro degli indagati per la tragedia della funivia del Faito, precipitata giovedì scorso tra Castellammare di Stabia e il monte che domina il Golfo. A distanza di pochi giorni dall’incidente che ha causato la morte di quattro persone e il ferimento gravissimo di un giovane passeggero, la Procura di Torre Annunziata ha formalizzato le prime accuse.
I destinatari dell’avviso di garanzia sono tutti legati all’Eav – l’Ente Autonomo Volturno, che gestisce l’impianto: Marco Imparato, responsabile dell’esercizio e della manutenzione della funivia; Pasquale Sposito, direttore centrale; Giancarlo Gattuso e Pasquale Di Pace, entrambi dipendenti operativi. Nei loro confronti la magistratura ipotizza i reati di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose, quest’ultima in relazione alle gravissime condizioni di Thabet Suliman, il 23enne ingegnere arabo-israeliano rimasto unico superstite dell’incidente.
A confermare la notizia è stato lo stesso presidente e amministratore delegato dell’Eav, Umberto De Gregorio, che ha espresso “piena fiducia nella magistratura e massima collaborazione con gli inquirenti, come sempre e come giusto che sia, per accertare la verità e le eventuali responsabilità”.
L’autopsia sulle quattro vittime si terrà presumibilmente giovedì alle ore 13. I corpi si trovano ancora nella camera mortuaria del cimitero di Castellammare. Il fascicolo aperto dalla Procura ha assunto contorni più definiti dopo l’analisi preliminare della documentazione tecnica e delle immagini di videosorveglianza. Il video più significativo mostra la cabina mentre inizia a muoversi all’indietro, oscillando in modo anomalo, prima di sparire nella fitta nebbia. A quel punto il cavo di trazione si sarebbe spezzato, facendo precipitare il veicolo in una zona impervia del Faito.
Un elemento chiave per gli investigatori riguarda proprio il sistema frenante, che non avrebbe funzionato correttamente nella cabina a monte. Il meccanismo, in caso di emergenza o anomalia, avrebbe dovuto arrestare la corsa. Invece, a differenza della cabina a valle, quella precipitata non si è fermata.
Nei prossimi giorni, il pool di periti nominato dalla Procura effettuerà un sopralluogo tecnico sul luogo della tragedia. Saranno analizzati in dettaglio i resti del cavo, il sistema di frenata e le condizioni della cabina. Si cercherà di comprendere anche se ci siano connessioni con l’interruzione elettrica che ha coinvolto oltre 500 utenze nella zona e con la linea aerea della Circumvesuviana colpita dal cavo spezzato.