Contratti precari e app Ad Arte, nuove polemiche dei lavoratori dei parchi e musei: la denuncia del Coordinamento regionale Cobas
Continuano le denunce e le proteste dei lavoratori tra il parco Archeologico di Pompei, Ercolano e la Reggia di Caserta sulle condizioni di lavoro precarie. Il grido che esula da una situazione locale si focalizza sulla richiesta di internalizzazione dei servizi all’interno dei parchi e dei siti museali.
Non solo perché i lavoratori chiedono chiarezza sulla gestione dei servizi di biglietteria nei musei. Non molti giorni fa, il Ministero della Cultura aveva lanciato la nuova piattaforma digitale Ad Arte, in versione app e web, per consentire ai musei autonomi di gestire e regolamentare direttamente la prenotazione e la vendita dei biglietti d’ingresso, facendo a meno dei concessionari dei servizi aggiuntivi. Tuttavia, dopo solo una settimana, una nuova comunicazione ufficiale ha evidenziato che la piattaforma “non è concepita come esclusivo canale di biglietteria on-line ma è predisposta in modo da potersi interfacciare con altri provider di bigliettazione on line, per consentire ai luoghi della cultura che hanno già un concessionario di continuare a utilizzarli”.
Così Luigi Napolitano del Coordinamento regionale Cobas ha denunciato le contraddizioni ma soprattutto il pericolo ancora attuale e concreto della possibilità di un trattamento a ribasso per i lavoratori. Inoltre, la presenza di società esterne allontana quella che è la richiesta di internalizzazione nel Ministero della Cultura e di conseguenza l’allontanamento definitivo delle criticità rappresentate dai contratti precari. Infine, l’internalizzazione di centinaia di lavoratori precari storici dei concessionari privati sarebbe utile anche a sopperire, seppur parzialmente, alla carenza di organico nel Ministero della Cultura segnalata più volte anche dallo stesso Consiglio Superiore dei Beni Culturali.