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Comando provinciale Carabinieri Napoli, il saluto del generale Scandone e il bilancio di questi tre anni

Nessun rammarico, forse un po’ dispiaciuto di lasciare la Campania ma i risultati ottenuti in questi tre anni sono soddisfacenti. Il generale Enrico Scandone lascia il comando provinciale dei carabinieri di Napoli, per diventare Comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna. Oggi l’incontro con la stampa e l’occasione per  tracciare un bilancio.  

Nel bilancio di questi tre anni oltre 11.000 arresti e quasi 45.000 denunce in stato di libertà. Sotto la sua guida, sono state condotte numerose operazioni significative che hanno inflitto colpi duri alla criminalità, grazie a una stretta collaborazione con le procure locali e distrettuali.

La sua strategia ha incluso un monitoraggio costante delle imprese e delle amministrazioni locali, portando a ben 139 proposte di interdittiva antimafia solo quest’anno. La prevenzione è stata l’elemento centrale della sua azione, con centinaia di incontri nelle scuole per promuovere i valori della legalità, coinvolgendo oltre 72.000 studenti e circa 350 istituti.

Tra le campagne più significative, quella contro l’uso delle armi, sintetizzata nel claim «La prima vittima sei tu», ha ricevuto ampia attenzione mediatica. Il generale ha anche curato il progetto Mobile Angel, uno smartwatch antiviolenza per supportare le vittime di maltrattamenti, Le operazioni contro la criminalità organizzata sono state numerose, con colpi significativi inferti ai clan operanti in diverse zone, come il clan Troncone a Fuorigrotta e le recenti azioni contro i clan Pesacane e Gallo-Limelli-Vangone nei comuni di Boscoreale e Boscotrecase. Le indagini hanno rivelato una rete di estorsioni e traffico di stupefacenti, con decine di arresti e sequestri di beni.

Anche a Castellammare e nei dintorni, le forze dell’ordine hanno portato alla luce attività illecite, documentando rapine e traffico di droga. La lotta alla criminalità ha incluso operazioni contro clan storici come i Contini e i Mazzarella, con arresti significativi e indagini approfondite sui loro affari illeciti.

Durante il suo mandato, il generale Scandone ha gestito l’arresto di più di 50 latitanti, alcuni dei quali erano tra i più ricercati d’Italia.

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