Clan Belforte di Marcianise: call center dello spaccio di cocaina, 28 arresti
Un centralino prendeva le prenotazioni, per poi smistare le richieste e le consegne che arrivavano tra gli altri anche a Milano, ad un numero di 2500 clienti abituali. e addirittura. Un call center della droga in piena regola, fatto di messaggi in codice, quello scoperto dai carabinieri di Caserta, gestito dal clan camorristico dei Belforte, detto anche dei Mazzacane. 28 persone indagate e negli affari del clan non c’era solo la droga ma anche minacce ai pentiti per farli ritrattare e un falso matrimonio combinato tra un cittadino italiano e una cittadina straniera, previo compenso, con lo scopo di far ottenere alla donna il permesso di soggiorno e successivamente la cittadinanza italiana. Custodia cautelare in carcere per 16 indagati, gli arresti domiciliari per altri 7 e l’obbligo di presentazione giudiziaria per altre 5 persone. Sono tutti indagati per associazione dedita al traffico di stupefacenti e di numerosi episodi di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, aggravati dal metodo mafioso. Ad alcuni sono contestati i reati di estorsione, usura, ricettazione, riciclaggio e anche favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e induzione di falso in atto pubblico. In un caso è contestato anche l’oltraggio alla giustizia, nel caso specifico a Giovanni Buonanno che avrebbe minacciato reiteratamente il collaboratore di giustizia Claudio Buttone, al fine di indurlo stesso a rendere false dichiarazioni nell’ambito di un processo dinanzi alla Corte di Assise di Appello di Napoli che lo vedeva imputato. Un fitto lavoro di indagine quello degli investigatori che ha portato a ricostruire l’attività illecita del clan e in particolare l’attività di spaccio di cocaina. Definito anche l’organigramma del clan, la sua struttura con l’individuazione degli “acquirenti stabili” di stupefacente, riuscendo a identificare complessivamente 71 indagati.