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Cicciano – Verso il voto con il bilancio vincolato dal piano di risanamento

CICCIANO – 03E’ un percorso già tracciato e pre-definito in larga misura,quello che sarà chiamato a compiere, la compagine che sarà eletta il 10 giugno per l’amministrazione comunale, a Cicciano. E’ il percorso delineato dal piano di risanamento economico dell’Ente di corso Garibaldi, secondo le prescrizioni vincolanti della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania; prescrizioni, che hanno la connotazione del “pilota automatico”, il cui innesco  operativo non ammette deviazioni rispetto alla direzione di marcia, che conduce alla ricomposizione degli equilibri economici, per restituire al meglio la necessaria funzionalità all’intera “macchina”  dell’Ente, sia nella componente di indirizzo politico generale, sia sul versante dell’efficienza burocratica.

E’ il piano, messo a punto dall’amministrazione uscente, guidata dal sindaco Raffaele Arvonio, per fronteggiare e risanare gli squilibri dei conti per il valore di tre milioni e 400 mila euro. Una scelta obbligata a fronte degli incalzanti e perentori interventi della magistratura contabile, con i quali  in vari e ripetuti atti documentali sono state focalizzate le criticità non solo di ordine economico, ma anche di carattere organizzativo degli uffici dei settori amministrativi dell’Ente. Un’operazione di trasparenza dovuta e sollecitata dalla Corte dei Conti, che comporterà l’accantonamento annuo di oltre  300 mila euro, per raggiungere la soglia dell’equilibrio di risanamento nell’arco di dieci anni. Una durata, che, tuttavia, potrebbe essere ridotta, qualora la neo-amministrazione deliberasse  la vendita di alcuni beni del patrimonio comunale non più utilizzati per scopi d’utilità sociale, come il dismesso-mattatoio o alcuni terreni che rientrano nell’ambito del territorio comunale di Nola.

Lo squilibrio, a cui porre rimedio, non è nato di recente, ma ha avuto una gestazione lunga nel tempo, con un mix di cause e concause, che sono state analizzate nel Forum, coordinato da Giovanni Alfano– memoria storica delle vicende municipali della città- e svoltosi al Centro delle culture nello scorso febbraio per la presentazione del piano di risanamento con gli interventi del sindaco Raffaele Arvonio e della dirigente del settore, la dottoressa Luisa Ardolino. Nel Forum, che merita di essere ri-visitato, emerse con chiarezza  il peso esercitato dai contenziosi sulla formazione dello squilibrio, tenendo presente il discrimine del 2015; anno di discrimine che ha permesso per un ampio arco di tempo di mantenere fuori dallo schema di bilancio i debiti contratti dall’Ente, ma non ancora definiti in sede di contenzioso da sentenza giudiziaria, salvo poi riconoscerli come debiti fuori-bilancio diventati esigibili in funzione dei decreti di esecutività immediata. Un escamotage bizzarro e insidioso, che appartiene alla generalità gestionale di tutti gli Enti locali soprattutto nelle realtà del Sud, con i conti fatti pagare dai cittadini e dalla fiscalità locale.

Nel capitolo-debiti merita attenzione quello pari ad 800 mila euro, il cui saldo è rivendicato dalla Sefil, la società che nel 1998 fu incaricata dall’amministrazione comunale per la riscossione dell’Ici e dell’allora Tarsu dal 1993 al 1998. E poi c’è il caso con storia davvero speciale della Gestor, la società incaricata di riscuotere i tributi per i consumi idrici, ma che risulta non aver versato alle casse comunali centinaia di migliaia di euro per le annualità del 2007 e del 2008. Sono episodi che parlano da soli e s’integrano con lo sconcertante indice di evasione rispetto al pagamento dei tributi comunali, che si è venuta sviluppando nel corso degli anni, fino a toccare la soglia del 40% . Una soglia penalizzante per i contribuenti onesti e “premiante”, si fa per dire, per i furbi di turno. Uno scenario, in cui sono state ignorate le pur chiare disposizioni dello Statuto  comunale e dei regolamenti specifici risalenti al 1992; disposizioni, che andavano semplicemente fatte osservare, ma rispetto alle quali la burocrazia comunale si è spesso distratta. E , verosimilmente, i revisori dei conti non stati adeguati all’esercizio  della deontologia professionale della terzietà che spetta loro, adattandosi alla situazione in atto. Una situazione che il piano di risanamento cambia alla radice, com’è giusto e normale che sia, ponendo le condizioni, per ristabilire sia la correttezza di gestione amministrativa, sia il rapporto di trasparenza tra i cittadini e l’Ente di corso Garibaldi. Come dire che per la neo-compagine del governo locale la strada da seguire è lineare.

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