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Cicciano, mazzette per licenze edilizie: sequestrati smartphone e pc ad ex amministratori

Lo schema è sempre quello, do ut des, denaro a politici conniventi in cambio di piaceri ad imprenditori temerari.

Sarebbe questo il teorema teorizzato dalla Procura della Repubblica di Nola, che ieri ha dato mandato ai Carabinieri della Compagnia di Nola di accendere i lampeggianti in direzione comune di Cicciano, destinazione casa comunale.

Lì le forze dell’ordine avrebbero portato via documenti e dossier dagli uffici municipali. Ma non solo: l’azione degli inquirenti si sarebbe estesa anche a proprietà personali di già amministratori e parenti stretti, sequestrando anche telefonini, tablet e computer durante la perquisizione di case, uffici ed automobili.

Il tutto per dimostrare come sarebbero state fatte pressioni da parte di un imprenditore edile del territorio per ottenere una consistente modifica al Piano Urbano Attuativo, già varato da Palazzo di città, trasformando un terreno agricolo nel cuore dell’area PIP in zona industriale edificabile.

“Suasion” non tanto “moral” su componenti della precedente giunta ciccianese, che dopo aver intascato il gruzzolo, si sarebbero poi occupati di convincere i responsabili dell’ufficio tecnico e gli altri componenti dell’esecutivo. Una proposta di delibera illecita ed anche illegittima, essendo nella sostanza atto di responsabilità non della giunta, ma dell’intero consiglio comunale.

L’inchiesta lampo e le correlate operazioni, partite nello scorso mese di aprile, all’alba del periodo elettorale dal quale ora esce la città, avrebbe riguardato non solo gli ex amministratori, ma anche lo stesso imprenditore fraudolento, ed i professionisti implicati nella torbida vicenda.

Gli inquirenti ora sarebbero al lavoro per ricostruire i vari step che hanno visto colludere politica e imprenditoria. Grazie all’aiuto degli elementi probanti sequestrati, soprattutto gli smartphone, c’è moderata fiducia che l’indagine possa concludersi in tempi anche relativamente brevi. E, secondo l’intelligence, esisterebbe anche la pistola fumante delle attività del sodalizio: una “bozza” della delibera di giunta che sarebbe stata fatta visionare all’imprenditore prima della sua approvazione.

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