Centri estetici nel mirino dei Nas: sequestri in tutta Italia, a Napoli laboratorio abusivo in una farmacia
Negli ultimi anni, la medicina estetica ha conosciuto un’espansione senza precedenti in Italia, trainata dalla crescente domanda di trattamenti per il ringiovanimento del viso e del corpo, dalla pressione dei canoni estetici imposti dai social media e dalla promessa di risultati rapidi senza interventi chirurgici invasivi. Tuttavia, a questo boom si è affiancato un fenomeno parallelo e pericoloso: quello dell’abusivismo estetico. Un settore in pieno sviluppo ma ancora troppo spesso lasciato ai margini della regolamentazione. Proprio per arginare questa deriva, i Carabinieri del NAS – in collaborazione con il Ministero della Salute – hanno lanciato una vasta operazione di controllo su scala nazionale, che ha coinvolto centri estetici e studi medici da Nord a Sud. I risultati sono allarmanti: su 1.160 ispezioni, ben 132 strutture sono risultate irregolari. Oltre 100 i titolari e operatori denunciati per esercizio abusivo della professione sanitaria o gravi carenze strutturali, igieniche e documentali.
Nel Mezzogiorno, in particolare, sono emerse situazioni di particolare gravità e improvvisazione. A Napoli, il NAS ha scoperto un centro estetico clandestino allestito all’interno di una farmacia, privo di qualsiasi autorizzazione, dove si eseguono trattamenti avanzati con macchinari professionali in ambienti del tutto inadeguati. L’intera area e le apparecchiature sono state poste sotto sequestro.
Cresce la richiesta di filler, impianti sottocutanei, biorivitalizzazioni con PRP (plasma ricco di piastrine) – tutte pratiche che richiedono competenze mediche precise – vengono spesso eseguite da operatori non abilitati, in ambienti privi dei requisiti igienico-sanitari minimi. Nel mirino degli investigatori proprio queste pratiche che, come spiegato dai militari, “per loro natura sono le più soggette ad essere eseguite abusivamente».
Obiettivo degli investigatori anche i siti illegali – spesso ospitati su server esteri – che vendono farmaci e dispositivi medici senza alcuna autorizzazione. Il commercio online di filler e altri prodotti iniettabili rappresenta un altro canale di rischio, soprattutto per chi si affida al “fai da te” o a operatori improvvisati attratti da prezzi stracciati.