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Castellammare di Stabia, il Consiglio di Stato ribalta il TAR Lazio: “sentenza generica, si rivaluti lo scioglimento del Comune”

Una sentenza che spariglia le carte in tavola. Il Consiglio di Stato boccia la sentenza del TAR Lazio che rigettò l’impugnativa avverso il decreto di scioglimento per infiltrazioni camorristiche che mise fine all’esperienza Gaetano Cimmino alla guida di Castellammare di Stabia.

Sentenza di primo grado che, per il Giudice di Stato, fu “generica” e “meramente apparente”. A mancare anche i presupposti per una corretta difesa da parte dei ricorrenti, tra cui l’ex primo cittadino: dal Ministero dell’Interno mai allegati infatti i motivi e gli atti istruttori del procedimento di scioglimento comunale. Come a dire, non sarebbero stati illustrati alla controparte i processi per i quali il MinInterno avrebbe poi proceduto al commissariamento dell’Ente di Piazza Giovanni XXIII.

Durissimo, su questo aspetto, Palazzo Spada: nella sentenza di primo grado, non sarebbe rinvenibile in nessun punto il percorso logico-giuridico sul quale il TAR avrebbe basato le proprie conclusioni, una decisione “astratta” che non ha tenuto conto delle circostanze fattuali, tra l’altro allegate dai ricorrenti.

Circostanziali e senza collegamenti univoci e rilevanti i riferimenti ai fatti di cronaca giudiziaria legati alla malavita organizzata, cui il decreto di scioglimento prima, e la sentenza del TAR poi, poneva in rilievo con gli amministratori della città delle acque. Dati che per il Giudice d’appello avrebbero meritato maggior rilevanza, con un giudizio più approfondito sulla loro incisività, che per il primo grado toccava amicizie e parentele degli amministratori locali, e che invece per il Consiglio andava soppesato in relazione all’azione di governo messa in campo dagli stessi protagonisti della maggioranza.

Ora si ritornerà al TAR Lazio, con una nuova e diversa sezione del Tribunale amministrativo della Capitale. chiamato a pronunciarsi nuovamente e con maggior puntualità sul provvedimento di scioglimento. 

Fiducioso Gaetano Cimmino, forte delle “chiare statuizioni del Consiglio di Stato”. “Questo dispositivo conferma l’esigenza di chiarezza rispetto ad un provvedimento sul quale fin da subito abbiamo espresso le nostre perplessità. Sin dall’inizio eravamo certi che la sentenza del Tar era priva di elementi e di motivazioni che hanno portato ad uno scioglimento che ha colpito l’intera città”.

«È una grande vittoria per Castellammare». Così commenta la deputata e coordinatrice provinciale di Forza Italia, Annarita Patriarca. «La sentenza del Consiglio di Stato conferma queste nostre iniziali impressioni quando parla di “estrema genericità delle motivazioni” che non consente “in alcun modo di comprendere il percorso logico-giuridico su cui il Tar ha fondato le proprie conclusioni”. Di fatto, abbiamo assistito a uno scioglimento al buio di un’Amministrazione comunale».

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