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Castellammare di Stabia, i funerali di Carmine Parlato morto nella tragedia del Faito

“Questa tragedia merita risposta. Avete tolto la vita a chi stava portando il pane a casa e a chi stava vivendo un momento di svago sul nostro territorio. Non possiamo accettare che sia stata una fatalità”. E’ l’urlo di dolore di Elvira, la moglie di Carmine Parlato, l’operatore EAV morto nel crollo della funivia, che ha chiesto giustizia per il marito e per le altre tre vittime della tragedia del Faito. Le esequie nella Cattedrale di Castellammare di Stabia, a celebrare la funzione funebre è stato l’arcivescovo monsignor Francesco Alfano.

Presenti oltre a familiari, colleghi e amici anche l’amministratore Eav, Umberto De Gregorio. Presenti i gonfaloni della Città Metropolitana, di Castellammare di Stabia e di Vico Equense; i due Comuni hanno proclamato il lutto cittadino. In rappresentanza del sindaco Gaetano Manfredi era presente Giuseppe Tito, consigliere della Città Metropolitana con delega al Monte Faito e sindaco di Meta di Sorrento. 

“Questo è il momento del raccoglimento e della preghiera – ha detto – ma subito dopo occorrerà lavorare, tutti insieme, con il sindaco Vicinanza, con la “famiglia” della Funivia e con tutta la cittadinanza, per far ripartire Castellammare affinché torni a esercitare il suo ruolo di hub strategico per la penisola sorrentina, i Monti Lattari e per tutta la Città Metropolitana”. 

Sulle responsabilità da accertare anche l’europarlamentare Sandro Ruotolo e il deputato Marco Sarracino del Partito Democratico hanno lanciato un appello a parlare: “Quello che è successo non è una fatalità. Carmine e i viaggiatori altrimenti non sarebbero morti. Chi ha sbagliato paghi. È il momento delle risposte e della verità”.

Continua intanto il lavoro della Procura di Torre Annunziata per far luce su quanto accaduto quel tragico pomeriggio del 17 aprile. Sono finiti i freni sul banco degli imputati. Le ultime novità sull’inchiesta sulla tragedia della funivia del Monte Faito portano a loro, mentre si allontana l’ipotesi che il maltempo possa aver causato la rottura del cavo. A dare le risposte sarà la superperizia chiesta dalla Procura.

Al momento sono quattro gli indagati, tutti dipendenti dell’Eav, la società che gestisce la funivia: i reati ipotizzati sono disastro colposo, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose.

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