Campania: Violenze sui medici, la provocazione: dottori con elmetto e giubbetto antiproiettile
Nei primi minuti di questo video il cielo e le piante fanno da sfondo ad una conversazione tra un medico geriatria dell’inps e una donna. la dottoressa cerca di colloquiare con la ragazza, per farsi spiegare il perché dell’aggressione subita poco prima, dove la violenza della donna arriva addirittura a mettere le mani al collo alla geriatra per trattenerla. “Vi ho preso per il collo come si fa con le galline” afferma la stizzita dal fatto che la dottoressa non abbia voluto aspettare un ‘quarto d’ora mentre lei faceva delle commissioni
la conversazione va avanti e dalle immagini si intuisce che la geriatria è impossibilitata anche ad andarsene, la ragazza ha chiuso il cancello e quando capisce che la donna sta registrando succede questo.
Un sonoro sconcertante che ancora una volta testimonia la situazione di pericolo che si è venuta a creare intorno ai medici non solo in ospedale. Una situazione che ha portato alcuni medici a girare video con elmetto e giubbotto antiproiettile. su iniziativa del sindacato Anaao Assomed, per denunciare quanto sia pericoloso svolgere la professione in alcuni territori, in alcuni ospedali di ‘frontiera’ e in alcuni reparti, come i pronto soccorso. Il segretario campano del sindacato Bruno Zuccarelli parla di turni che possono durare anche 18 ore consecutive per poi essere insultati per un’attesa troppo lunga o massacrati di botte se qualcosa non piace o se non si riesce sempre e comunque ad evitare un decesso. il sindacato dei medici dirigenti lancia ora una campagna che sceglie un linguaggio duro, quello della guerra, per far comprendere quanto sia importante la sicurezza dei camici bianchi per la tenuta del sistema sanitario nazionale. Di qui un’iniziativa forte e provocatoria, la registrazione di uno spot nel quale i medici protagonisti, dopo aver vestito il camice “d’ordinanza”, indossano anche giubbotto antiproiettile ed elmetto militare. «In un momento come questo, nel quale purtroppo si riaffacciano le ombre di guerre che sembravano impossibili, avremmo voluto evitare di ricorrere a questo linguaggio», sottolinea il leader regionale dell’Anaao Assomed. «Tuttavia non c’è più tempo e serve che la politica in primis, ma anche i tantissimi cittadini per bene, si sveglino dal torpore e si uniscano a noi per dire basta». Obiettivo della campagna è quello di evitare che di queste aggressioni si continui a parlare come di un destino ineluttabile, perché, spiega Zuccarelli «continuando così, molto presto, non ci sarà più una sanità pubblica da difendere e solo chi potrà permetterselo avrà accesso alle migliori cure».