Campania: tasse, la sfida della fiscalità tra contribuzione ed economia sommersa
Negli ultimi anni, la Campania ha visto un incremento nella contribuzione fiscale, ma il quadro economico regionale continua a essere segnato da vaste aree di economia sommersa. A dirlo è l’XI Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2024, a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, che offre una visione approfondita della realtà, evidenziando le disparità tra la Campania e altre regioni italiane.
Con il 9,5% della popolazione italiana, la Campania contribuisce solo con il 5,9% della fiscalità nazionale, versando 11,2 miliardi di euro. Una cifra che sebbene rappresenti una crescita dell’11,7%, è ben lontana dai contributi di regioni come Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio. Dall’esaminare i dati che mettono in relazione i redditi dichiarati con la popolazione in Campania, solo il 58,2% dei campani è contribuente, e solo il 40,7% dichiara un reddito positivo. Percentuali inferiori alla media nazionale, suggerendo che una minoranza sostiene il welfare regionale, mentre la maggior parte della popolazione beneficia dei servizi pubblici senza contribuire.
L’analisi mostra che ogni contribuente in Campania ha 1,718 abitanti a carico, un dato che denuncia l’insostenibilità del sistema economico locale. La contribuzione pro-capite di 1.992 euro è tra le più basse d’Italia, insufficiente a coprire nemmeno la spesa per la sanità, che si attesta a 2.221 euro pro capite. Uno squilibrio che evidenzia la dipendenza della Campania dai contributi delle altre regioni per sostenere il proprio welfare.
Un altro elemento critico è la struttura dei redditi dichiarati: oltre il 50% della popolazione guadagna meno di 15.000 euro, beneficiando di esenzioni fiscali. La classe media è rappresentata solo dal 33% e meno dell’1% guadagna oltre 100.000 euro. Questi dati pongono la Campania in una situazione di vulnerabilità economica, con un’ampia platea di beneficiari della spesa pubblica.
Dal report si evince poi un cortocircuito statistico: i dati sui consumi e sul PIL sono in crescita, ma non possono essere giustificati dai redditi dichiarati. E’ questo lo scarto suggerisce l’esistenza di un’economia sommersa e di attività illegali che, pur non visibili nelle statistiche ufficiali, rappresentano una parte significativa del tessuto economico campano.
La strada verso un sistema fiscale equo e sostenibile, sembra ancora lontana e in questo contesto gli interventi mirati e una maggiore trasparenza, diventano fondamentali, affinché il benessere della popolazione possa essere garantito senza gravare ulteriormente su una minoranza di contribuenti.