Campania – Elezioni, in Campania astensionismo e RdC mattatori del voto
50,79%, un napoletano su due non è andato a votare. E non cambia sostanzialmente il quadro regionale, che migliora di nemmeno tre punti percentuali, 53,27%.
Un coefficiente di astensionismo impressionante, dal quale è imprescindibile partire per provare a tracciare il quadro del post-voto in Campania. Disaffezione dalla politica, cittadinanza che continua il suo progressivo distacco dalle agende segnate dai partiti, quali esse che siano.
Un dato addirittura peggiore, per provare a fare un raffronto, delle Regionali 2020, quando ai seggi si recarono il 55,52% dei campani. E se si pensa che quest’ultimo è da contestualizzare nelle logiche pandemiche della crisi COVID, il risultato del 25 settembre è più che mai allarmante, segno di un’oramai acclarata incomunicabilità tra partiti ed elettori.
Patto per Napoli, piano per il Sud, condono: ogni coalizione ha provato a scuotere la bacchetta magica per trovare la formula giusta per convincere gli elettori a scegliere questa o quella formazione. Alla fine, quella vincente continua ad averla il Movimento 5 Stelle, che non a caso in Campania, ma più in generale nel sud Italia, fa registrare il suo miglior risultato sulla scala nazionale.
Reddito di cittadinanza forza deterrente troppo forte da arginare, un sussidio che di fatto impatta su una platea di oltre 450mila residenti in Campania e che, giocoforza, si trasforma in un bacino premiante in termini elettorali. E con il senno di poi, si capisce la veemenza degli attacchi dei partiti a Conte ed al Movimento negli ultimi 10 giorni prima del voto, con i sondaggi che sembra avessero già indicato la remuntada giallostellata su Napoli e provincia.
Ma attenzione a confondere il reddito con una semplice “mancetta” elettorale. Il risultato in termini di consenso dei pentastellati si allinea con la pressante richiesta di aiuto di una fascia di popolazione che, viste le sistemiche difficoltà vissute ed il vento sferzante di inflazione e crisi energetica, ha preferito ripararsi sotto l’ombrello del reddito, visto con una certa dose di verosimiglianza come unica certezza in tempi di tempesta. Agli occhi dell’elettorato, nessun’alternativa proposta è stata ritenuta capace di dare risposte alternative credibili e, soprattutto, immediate.
Da questa domanda bisognerà probabilmente ripartire per provare a ricucire lo strappo sempre più profondo tra politica regionale ed elettorato. Agli attori protagonisti la responsabilità di individuare le risposte giuste da restituire in tempi neppur così dilatabili.