Campania – Criminalità minorile: oltre il 50% dei minorenni segnalati sono campani
Oltre la metà dei minorenni segnalati all’autorità giudiziaria è di origine campana. Un dato che fa riflettere quello emerso dalle parole di Samuele Ciambriello, garante campano dei detenuti. Nello specifico, dei 12000 minori che hanno commesso reati sul territorio nazionale, 6.400, più della metà, sono campani, con particolare concentrazione nella provincia di Napoli.
3.792 i reati complessivamente contestati ai minori: la maggioranza (il 57,8%) contro il patrimonio. Poi rapine, furti, ricettazione, estorsioni e droga. E ancora, reati di violenza, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Il dato più sconcertante riguarda gli otto minorenni accusati di omicidio.
Sono numeri che dicono molto ma forse non tutto. E’ chiaro e lampante che ci sia qualcosa che non va: un meccanismo contorto, sbagliato che vede i giovanissimi intenti a bruciare le tappe troppo in fretta con quella voglia di sentirsi grandi.
“La violenza, come modo per affermarsi, ha invaso il mondo giovanile.” Sono le parole di Luigi Riello, per otto anni a capo della Procura Generale della Corte di Appello di Napoli. “Si tratta di un fenomeno tutto napoletano: la camorra qui o tollera e lascia fare alle baby gang, o le tiene sotto osservazione per trarre nuove leve da assoldare, nonostante gli sforzi enormi messi in campo dalle forze dell’ordine. Governare questa situazione è oggettivamente non facile: certe strategie spettano in primis allo Stato. Sia che parliamo di devianza minorile, che del degrado di certe periferie o del disagio sociale.”
Sul banco degli imputati la scuola, la famiglia, le leggi e anche i videogame che inneggiano alla violenza. “Recuperare il concetto di sacrificio: quello dello studio, del rispetto dell’autorità, sia essa rappresentata da un genitore, da una divisa o da un docente. Assieme a questo dobbiamo essere capaci di dare a questi ragazzi alternative valide.