Anziani maltrattati, sette arresti in una Rsa di Corso Vittorio Emanuele a Napoli
Nemmeno la fragilità e la tenerezza legata all’età fermavano la disumana routine dei sette operatori socio sanitari arrestati questa mattina all’alba. Frasi come “Ti uccido”, “Ti spezzo le dita”, unitamente al cibo bollente, i farmaci per sedarli e tutta una serie di orribili vessazioni, si consumavano senza sosta nelle stanze della RSA.
Le quindici persone, tra gli 88 e i 100 anni vivevano un incubo quotidiano risiedendo in una vera e propria struttura degli orrori, Casa Nonna Rosa, in corso Vittorio Emanuele a Napoli. È stata la denuncia di un operatore socio sanitario, dopo aver visto quello che accadeva ogni giorno nella struttura lager, a far partire la macchina delle indagini e nel fascicolo aperto dalla procura partenopea, emergono reiterate e quotidiane condotte di umiliazione, minaccia, grave violenza fisica e psicologica nonché molteplici episodi di deliberata indifferenza rispetto agli elementari bisogni di assistenza ai pazienti.
Intercettazioni ambientali audio e video, non resi pubblici proprio per il contenuto definito “raccapricciante”, ad incastrare gli operatori: due finiti in carcere a Poggioreale, una donna a Pozzuoli e quattro ai domiciliari.
Nessuna pietà verso gli ospiti della struttura, fragili, indifesi e quotidianamente esposti alle vessazioni di chi invece avrebbe dovuto prendersene cura. Le forze dell’ordine avrebbero avviato, contestualmente al blitz di questa mattina, anche ulteriori approfondimenti per accertare quali siano state le cause del decesso di due anziani.
In particolare uno affetto da una patologia che gli impediva di nutrirsi a sufficienza e nonostante questo alcuni degli indagati avrebbero continuato a vessarlo e a urlargli contro per costringerlo ad alimentarsi, fino al giorno in cui si è reso
necessario il suo ricovero in ospedale.