Angri – Alienazione beni, il Comune punta a fare cassa

Vendita di beni comunali per far fronte alle esigenze di spesa corrente. Sembrerebbe essere questo l’orientamento dell’amministrazione Ferraioli che ha predisposto un piano di alienazione beni per il triennio 2016-2018. Una decisione assunta nel Consiglio comunale dello scorso 15 giugno, in base alla proposta di delibera del 9 maggio, quando la giunta pianificò l’elenco dei beni comunali da porre in vendita. Oggi l’ente ha proposto il bando di alienazione con le offerte da far pervenire entro le ore 12 del 20 gennaio prossimo. Un bando che propone in vendita su base d’asta, una serie di locali commerciali in via Baden Powell, a piazza San Giovanni, 2 appartamenti e una serie di immobili. Per il 2016 la vendita dovrebbe portare nelle casse comunali quasi 1 milione 327mila euro, per il 2017 circa 554mila euro, mentre per il 2018 il valore dei beni da alienare resta ancora da quantificare.
Secondo la delibera consiliare le alienazioni previste dovrebbero garantire la valorizzazione della Certosa di San Giacomo, la manutenzione straordinaria del cimitero, l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, l’edificio di via Semetelle, lo scalo merci ferroviario da adibire ad area mercato.
Dunque ancora una vendita dopo quella attuata qualche anno fa con l’alienazione dei capannoni dell’ex mercato ortofrutticolo che generarono entrate per circa 2 milioni di euro. Oggi la nuova vendita con soldi che potrebbero essere consumati per far fronte alle spese correnti, che continuano ad assorbire risorse e forse a rendere inattive le valorizzazioni pensate.
Le difficoltà economiche degli enti locali, l’evasione tributaria ancora alta nelle percentuali, impone agli uffici tecnici ed economici, di valutare le possibilità di vendita di beni per fare cassa. Una procedura pratica che riduce il patrimonio comunale all’osso; conseguenze di una crisi economica che per gli enti locali è grave, complici i trasferimenti statali ridotti notevolmente, con necessità di liquidità per garantire solo l’ordinaria amministrazione.