Acerra – Anche l’inchino della Madonna per il boss Andretta, arrestato dai Carabinieri
Il boss della malavita venerato come un papa, egemone indiscusso tanto da rendere obbligatorio l’inchino della madonna dell’arco in processione davanti alla sua abitazione.
Consolidata prassi criminale che negli anni si è appropriata di simboli e ritualità religiose, per confermare il potere o espiare i peccati, che non sfuggiva al boss Salvatore Andretta, arrestato questa mattina insieme al figlio Andrea, dai carabinieri di Castello di Cisterna.
Padre e figlio sono indagati a vario titolo di tentato omicidio, estorsione continuata e detenzione illegale di armi, tutti aggravati dalle finalità e modalità mafiose. In particolare, secondo le ricostruzioni degli inquirenti coordinati dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli, gli Andretta sarebbero i mandanti o comunque gli istigatori del tentato omicidio di Emanuele D’Agostino, avvenuto ad Acerra il 21 novembre 2021, a causa di un contrasto dovuto al controllo del territorio legato allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Omicidio che vedrebbe invece nell’esecutore materiale Giuseppe Picardi, arrestato a febbraio dello scorso anno. Secondo i carabinieri gli Andretta, insieme ai fratelli Bruno e Giancarlo Avventurato, nelle ore antecedenti al delitto avevano seminato il panico per le vie di Acerra dando luogo ad una «stesa» a bordo di un motociclo, armati di pistola e fucile mitragliatore. Il tutto per annunciare, secondo un linguaggio singolare proprio della camorra, l’ imminente esecuzione.
Salvatore Andretta è, inoltre, ritenuto responsabile, quale mandante, di tre diverse richieste estorsive ai danni di imprese edili operanti nel comune di Acerra ai cui titolari era stata formulata una richiesta di pizzo.