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Agguato durante la festa scudetto del Napoli, il 26enne morto figlio del boss Costanzo, vicino al clan D’Amico di Ponticelli

C’è anche il rosso del sangue che stria l’azzurro della festa. Tra le grida di gioia probabilmente il sordo rumore dei colpi usciti dalla canna della pistola non è stato minimamente avvertito, ma un corpo a terra gravemente ferito non è sfuggito alla vista. Giuseppe Costanzo 26 anni, secondo una prima ricostruzione, è stato soccorso dopo essere stato raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco, in piazza Volturno, nelle vicinanze di Corso Garibaldi. Trasferito d’urgenza all’ospedale Cardarelli è morto nella notte in seguito alle gravissime ferite riportate. Era figlio di Maurizio Costanzo, boss di spicco del clan D’Amico, attivo a Ponticelli. Nel 2021 era stato condannato a otto anni di carcere per associazione camorristica e droga. Contando i bossoli ritrovati sul terreno, almeno sette stando ai rilievi effettuati da polizia e carabinieri, è molto probabile che Giuseppe Costanzo fosse uno di quei nomi inseriti nella lista nera della malavita, che come da prassi consolidata approfitta dei momenti di confusione e festa per mirare al bersaglio, mortalmente. Lo ha chiarito fin da subito il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, che la morte del giovane 26 enne non era da attribuire alla festa scudetto. L’ipotesi dell’agguato ha trovato conferma anche correlando all’assassinio, altre tre persone finite in ospedale con ferite da arma da fuoco, secondo gli investigatori tutte coinvolte nello stesso episodio criminoso. Al Pellegrini è arrivata una ragazza di Portici, 26 anni, colpita alla caviglia, compagna del giovane ucciso, a Villa Betania un 24enne di Ponticelli, colpito al gluteo destro e un ventenne residente nello stesso quartiere. 

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