Afragola: arresto per un noto psicologo, accusato di abusi sessuali
Tutto è cominciato con delle voci. Poi con delle parole messe nero su bianco: denunce precise, dettagliate, presentate da alcune donne che avevano chiesto aiuto. Si erano affidate a uno psicologo, D.M., 54 anni, noto professionista della città di Afragola. Ma quello che avrebbe dovuto essere un percorso di cura e sostegno si è trasformato, secondo le loro accuse, in qualcosa di profondamente sbagliato.
Le autorità hanno preso sul serio quei racconti. La Procura di Napoli Nord ha aperto un fascicolo e incaricato gli agenti del commissariato di Afragola di avviare indagini riservate. L’indagine ha preso corpo lentamente, in silenzio, nel tentativo di raccogliere elementi concreti. Dopo tre mesi di lavoro, è arrivato un punto di svolta: le intercettazioni ambientali e le telecamere installate all’interno dello studio professionale.
Secondo quanto riferito da fonti investigative, il materiale raccolto avrebbe confermato i sospetti iniziali: comportamenti inappropriati, contatti fisici giudicati del tutto incompatibili con la relazione terapeutica, episodi che, se confermati, costituirebbero gravi violazioni del codice deontologico e della legge. Le immagini e le registrazioni audio avrebbero documentato atti che la Procura ha ritenuto sufficienti per richiedere una misura cautelare.
I poliziotti si sono presentati a casa del professionista, notificando il provvedimento e conducendolo al carcere di Poggioreale, dove resterà in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Il reato ipotizzato è quello di violenza sessuale. Le indagini sono tutt’altro che concluse: gli inquirenti stanno ora verificando se ci siano altri casi non emersi, altre pazienti che, per paura o vergogna, non hanno parlato.
La notizia dell’arresto ha colpito una città intera. D.M. era considerato una figura di riferimento in ambito psicologico, spesso presente in incontri e progetti dedicati al benessere mentale. Il contrasto tra la sua immagine pubblica e le accuse attuali ha generato sgomento e smarrimento. Il riserbo resta massimo, soprattutto per tutelare le donne coinvolte.