Abbattuto il bunker di Michele Zagaria, diventerà un parco cittadino

Crolla un simbolo, un tempio sacro, una “reliquia”, come l’ha chiamata Luigi Riello, procuratore generale di Napoli, della camorra. Questa mattina a Casapesenna le ruspe han tirato giù la casa rifugio di Michele Zagaria, superboss dei Casalesi, arrestato nel 2011 dopo oltre 16 anni di latitanza.
“Una vittoria dello Stato”, questo il refrain ripetuto dalle autorità presenti durante le operazioni di abbattimento del bunker di Zagaria. Ad osservare con solennità, tra gli altri, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ed il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Una villa particolare e peculiare, una scatola nella scatola, dove grazie ad un sistema di doppie pareti si nascondeva l’abitazione-bunker in cemento armato sotto metri e metri di terra.
E man mano che gli addetti ai lavori procedevano all’abbattimento dell’abitazione degli Inquieto, mura che dal 2011 avevano dato rifugio al capomafia del processo Spartacus, si percepiva la portata di un’operazione complessa, arrivata dopo un lungo tira e molla tra il Comune di Casapesenna e l’Agenzia dei Beni Confiscati, risoltosi grazie all’intervento della Regione, che, con un protocollo sottoscritto assieme al Ministero dell’Interno, ha stanziato 106mila euro per la demolizione dell’immobile.
Oggi la città ha osservato la caduta di uno storico presidio d’illegalità. Dalle sue macerie, la rinascita della stessa: in via Pietro Mascagni sorgerà un parco pubblico, che diventerà nuovo simbolo della vittoria dello Stato sulla camorra.