1 Maggio resta una festa tradita, in Campania come nel resto di Italia
Finché ci saranno morti bianche e salari neri, il Primo Maggio resterà una festa tradita.
11 gli infortuni mortali sul lavoro nel primo quadrimestre del 2025, tra questi 11 anche dei giovanissimi come Patrizio Spasiano, e poi l’ultimo Carmine Parlato dopo il crollo della funivia sul monte Faito. In dieci anni nella regione ci sono stati 1.108 morti. Si sfila, si canta, si ricordano battaglie vinte e si evocano quelle ancora da combattere. A Napoli in piazza Municipio come in tutta Italia. Ma nonostante l’impatto emotivo viene facile pensare che non servono bandiere rosse per onorare il lavoro. Serve verità. E oggi, Primo Maggio, la verità è questa: in Italia si continua a morire mentre si lavora e non per fatalità, ma per incuria, per profitto, per fretta. Perché sicurezza è ancora considerata un costo, non un dovere.
Le morti silenziose che sporcano la coscienza di una nazione intera. Chi indossa un elmetto, chi si alza all’alba per far girare l’economia, non può essere considerato carne sacrificabile sull’altare del profitto o dell’indifferenza.
Eppure, mentre si piange chi non torna a casa, si tace su chi lavora e resta povero. In un Paese dove ancora manca un salario minimo legale, la dignità viene barattata con la necessità. Stipendi da fame, contratti flessibili fino a spezzare le ossa, giovani costretti a emigrare o ad accettare l’inaccettabile pur di sopravvivere. Il salario minimo è ancora una chimera. C’è chi lo osteggia per ideologia e chi lo strumentalizza per campagna elettorale. Ma intanto ci sono italiani che lavorano otto, dieci ore al giorno per 4 o 5 euro l’ora.
Crediamo nella meritocrazia, nella libertà d’impresa, nel valore del sacrificio. Ma crediamo anche che un Paese che non protegge i suoi lavoratori, è un Paese debole. Perché finché un operaio muore cadendo da un ponteggio non protetto, o un giovane lavora senza contratto per comprarsi un futuro che non arriva mai, cosa festeggiamo??!!!
Resta, come sempre, un problema di coscienza. E la coscienza non ha colore, né ideali. Ha coraggio. Punto.