Politica

Campania – Terra dei fuochi, domani audizione in Senato

E’ fitta l’agenda delle audizioni programmate dalla Commissione igiene e sanità del Senato, per acquisire elementi e dati esaustivi sull’inquinamento ambientale e sullo specifico rapporto di causalità, diretto ed indiretto, con la diffusione dei tumori e delle malformazioni genetiche in Campania; rapporto di causalità che la comunità scientifica, alla luce degli importanti studi di Antonio Giordano e Giulio Carro, ha già constatato con puntualità di analisi e dati statistici.

L’agenda si aprirà domani. Prima ad essere ascoltata dai parlamentari di palazzo Madama, sarà la delegazione dell’associazione “Medici per l’ambiente”. Delle successive convocazioni, fissate nel calendario della Commissione, saranno destinatari i rappresentanti dell’Istituto Pascale, dell’Istituto oncologico sperimentale Salvatore, i direttori generali delle ASL, i vertici della struttura commissariale, coordinata dal presidente Stefano Caldoro, nonchè le delegazioni del WWF e Legambiente, i dirigenti dell’Istituto superiore della Sanità e del Ministero di riferimento.

Alle audizioni, seguiranno i sopralluoghi nelle aree di maggiore esposizione alle criticità ambientali, che coincidono con gli interi contesti delle province di Napoli e Caserta, dove il trend di mortalità per malattie terminali permane e cresce, soprattutto nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”-

Al tirare delle somme delle audizioni e dei sopralluoghi, il quadro del disastro socio-ambientale in atto da decenni sarà ampliato ed integrato. Ma tutto ciò, pur nella positività della valenza conoscitiva, non costituisce ancora l’attesa risposta di ordine strutturale e di ordinaria normalità alla drammatica problematica.

A rilento si procede sui percorsi di messa in sicurezza e bonifica nei siti che le istituzioni hanno riconosciuto di conclamato rischio e pericolo da tempo, figurarsi poi per i siti di rischio e pericolo, che non risultano ufficialmente neppure censiti, perchè le amministrazioni locali non li hanno resi noti.

E poi c’è la questione dell’impiantistica media, con strutture di compostaggio e di gestione, sempre ferma al palo; strutture che potrebbero trattare e riciclare il 50% dei rifiuti solidi urbani, in ordine alla frazione umido-organica. Come a dire una sostanziale riduzione degli importi della Tares.

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